giovedì 27 marzo 2014

Parte terza - Affiancamento e sostituzione della nuova moneta nazionale all’euro: come potrà avvenire


SEI, vendite al dettaglio

A seguito di quanto descritto nell’articolo precedente, è ipotizzabile che nell’arco di tre-quattro anni l’utilizzo di Lire Fiscali per transazioni correnti divenga predominante rispetto all’utilizzo di euro.

Quindi la quasi totalità degli operatori privati (individui e aziende) si troverà a disporre di depositi bancari di due tipologie: denominati in euro, e denominati in Lire Fiscali.

A partire da una data prefissata, potrà essere previsto che i prezzi al pubblico per le attività di vendita al dettaglio debbano essere espressi non più in euro, ma in Lire Fiscali.

A questo punto, verranno anche emesse banconote e monete metalliche denominate non in euro, ma in Lire Fiscali.

Potrà essere prelevato contante agli sportelli bancari o via Bancomat in Lire Fiscali, effettuati pagamenti con assegni in Lire Fiscali, utilizzate carte di credito collegate a conti bancari in Lire Fiscali, eccetera.

Ad esempio si può ipotizzare che, avviando la Riforma Morbida il 1° gennaio 2015, la data in cui i prezzi al pubblico saranno espressi non più in euro ma in Lire Fiscali sia il 1° gennaio 2018.

Euro e Lire Fiscali saranno convertibili sia prima che dopo tale data. Prima, il pubblico effettuerà pagamenti in euro (alimentando i conti correnti in euro impiegati per utilizzi e prelievi, anche mediante conversioni da Lire Fiscali a euro). Dopo, effettuerà pagamenti in Lire Fiscali (alimentando i conti correnti in Lire Fiscali impiegati per utilizzi e prelievi, anche mediante conversioni da euro a Lire Fiscali).

 

SETTE, pensioni (pubbliche e private)

Via via che i contratti di lavoro saranno sempre più frequentemente espressi in Lire Fiscali, si diffonderanno polizze assicurative e previdenziali di natura pensionistica (pensioni private) sempre più frequentemente espresse, a loro volta, in Lire Fiscali e non in euro.

Resteranno peraltro in euro le pensioni stipulate precedentemente alla Riforma Morbida: continueranno a essere effettuati in euro sia i contributi che le prestazioni, salvo anche in questo caso (analogamente a quanto ipotizzato per i contratti di lavoro) attuare rinegoziazioni su base volontaria e con opportune clausole di indicizzazione.

Riguardo alle pensioni pubbliche, basate su un meccanismo parzialmente o totalmente a ripartizione o comunque non contributivo, dalla data della Riforma Morbida in poi andrà lasciata al titolare del diritto pensionistico la facoltà di proseguire le contribuzioni sia in euro che in Lire Fiscali, prevedendo però che anche le prestazioni future vengano effettuate, corrispondentemente e in proporzione, parte in euro e parte in Lire Fiscali (sulla base delle contribuzioni effettuate).

Anche qui verrà offerta la possibilità di convertire integralmente, su base volontaria, tutti i diritti futuri in Lire Fiscali, introducendo opportuni meccanismi di indicizzazione.

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