venerdì 7 ottobre 2016

Moneta Fiscale e debito pubblico: riflessione sul rischio d’insolvenza

La Moneta Fiscale non è indebitamento finanziario alla luce di trattati UE e regolamenti Eurostat, e non concorre alla formazione di deficit e debito pubblico. In questo blog se n’è ampiamente parlato, ad esempio qui e qui.

I temi contabili e legali sono, naturalmente, di notevole rilievo. Tuttavia, sul piano politico e sostanziale, è ancora più significativo riflettere sulle motivazioni per cui le regole dell’Eurosistema puntano al contenimento dell’indebitamento pubblico dei vari stati.

Il motivo principale è costituito dai rischi di turbolenze e di instabilità dei mercati finanziari, prodotti dalla possibile insolvenza di uno o più stati membri dell’Eurozona. E il rischio di insolvenza esiste in quanto i debiti pubblici sono denominati in una moneta – l’euro – che nessuno stato emette, in quanto la funzione di emissione è riservata alla Banca Centrale Europea (istituto indipendente da tutti gli stati).

Dato questo presupposto, l’aggregato che va contenuto entro parametri predefiniti è il debito che gli stati potrebbero non essere in grado di rimborsare. La Moneta Fiscale non è soggetta a impegni di rimborso e non presenta quindi rischi d’insolvenza, né in teoria né in pratica.

L'altro tema da mettere in evidenza è che contenere l’indebitamento mediante politiche che comprimono il reddito nazionale al di sotto delle sue potenzialità è una manovra destinata all’insuccesso. Per citare Keynes, “il ministro delle finanze non fa che inseguire la sua stessa coda”. Mentre gli effetti in termini di disoccupazione, impoverimento della popolazione, degrado del sistema produttivo sono pesantissimi - e inaccettabili anche perché privi di qualunque giustificazione economica.

Il progetto Moneta Fiscale consente di rilanciare PIL e occupazione, mantenendo nello stesso tempo in equilibrio, anno dopo anno, flussi in euro in entrata e flussi in euro in uscita. Il debito da rimborsare, il debito vero, non cresce e il suo rapporto al PIL cala costantemente. Invece di “inseguire la propria stessa coda”, si rilancia l’economia, si stabilizza il livello assoluto di debito da rimborsare in euro, e si riduce il rapporto debito / PIL grazie alla crescita del denominatore – che è la via sensata per conseguire questo risultato.


Solo raggiungendo questi obiettivi è possibile creare un sistema monetario e un meccanismo di governance economica sostenibile e affidabile nel tempo, senza passare per la deflagrazione dell’Eurozona.

Nessun commento:

Posta un commento